La Badia di Santa Maria di Melanico: Storia e Tradizione

La Badia di Santa Maria di Melanico, conosciuta anche come Badia di Sant'Eusebio, sorge a circa 16 chilometri a est di Santa Croce di Magliano, in una splendida vallata attraversata dal fiume Fortore. Il sito è a pochi chilometri da Torre Maggiore, Foggia, rendendolo facilmente raggiungibile per chi si trova nel nord del Molise e nel vicino Tavoliere delle Puglie. Il territorio circostante è stato abitato fin dall'epoca romana, come testimoniano i ritrovamenti archeologici nelle vicinanze.

 Origini e Fondazione

Nel 976, i principi longobardi Landolfo e Pandolfo, duchi di Benevento, rifondarono la Badia su strutture preesistenti. I monaci benedettini, seguaci del motto "ora et labora", arrivarono da Larino e si stabilirono nel monastero, dedicandosi alla bonifica delle terre e allo sviluppo dell'agricoltura.

 Il Paesaggio e l'Agricoltura

Il territorio di Melanico è stato caratterizzato dalla cerealicoltura, con ampi spazi coltivati a grano, ulivo e vite. Questa tradizione agricola ha plasmato il paesaggio, con campi estesi, alberi isolati e piccoli boschi. Nel 1737, con l'arrivo dei Borboni, le terre furono rese demaniali, favorendo lo sviluppo della cerealicoltura.

 Trasformazioni e Abbandono

La chiesa abbaziale romanica dedicata a Sant'Eusebio fu devastata dal terremoto del 1456. Successivamente, le strutture della Badia furono trasformate in fattoria agricola, mentre la chiesa divenne un granaio. Nel Novecento, la fattoria continuò a funzionare, ma alla fine fu abbandonata e cadde in degrado.

🛠️ Recupero e Conservazione

Recentemente, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Molise ha acquisito l'area e avviato lavori di recupero. La chiesa è stata restaurata, con il consolidamento del campanile quadrato, decorato con monofore, bifore e motivi ad archetti ciechi. La struttura mantiene parte della facciata originale e presenta nel sottotetto due cornici con mensoline raffiguranti figure umane.
La Badia di Santa Maria di Melanico rappresenta un importante esempio di come la spiritualità e l'agricoltura si siano intrecciate nel corso dei secoli. Oggi, grazie agli interventi di recupero, il sito offre uno spunto per riflettere sulla storia, sulla cultura e sulle tradizioni che hanno plasmato questo angolo del Molise e del vicino Tavoliere delle Puglie.

Russo Alessandro

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